Passione

Aforismi

Il poeta Simonide

Simonide fu ingaggiato a un prezzo convenuto per scrivere un carme di lode in onore di un pugile vittorioso.
Si ritirò quindi in un luogo appartato.
Poiché l'esiguità del soggetto frenava l'impeto della sua vena, si valse dell'usuale licenza accordata ai poeti e inserì nella poesia gli astri gemelli, figli di Leda, citandoli come autorevole esempio di una gloria simile.
L'opera piacque, ma Simonide ricevette solo la terza parte del compenso.
Quando chiese il saldo, il pugile rispose:

- Te lo pagheranno quelli cui appartengono i due terzi del carme.
Ma perché non si creda che sei stato congedato in cattivi termini, promettimi di venire a cena; oggi voglio invitare i miei parenti e per me tu sei nel loro numero.


Sebbene defraudato e risentito del torto, per non perdere il favore se avesse rifiutato, glielo promise.
Ritornò all'ora stabilita, prese posto a tavola.
Il banchetto era uno splendore gioioso di coppe, la casa magnificamente ornata risonava festosa, quando all'improvviso due giovani, coperti di polvere, il corpo grondante di sudore, di aspetto sovrumano, ordinano a uno schiavo di far venire da loro Simonide; era tutto suo interesse non perdere tempo.
Molto turbato, lo schiavo fa uscire Simonide.
Aveva appena messo il piede fuori dal triclinio che immediatamente la volta crollò schiacciando gli altri; quanto ai giovani, non se ne trovò traccia alla porta.
Quando si divulgò come si erano svolti i fatti per filo e per segno, tutti capirono che i due numi in persona avevano dato al poeta, come pagamento, la vita.